Premessa

UELCAM!

Caro Visitatore, benvenuto nel MIO blog.
Se non ti piace, sei libero di digitare altro
nella tua barra degli indirizzi.
Non frantumare le mie povere ovaie
con inutili commenti idioti,
perché verranno prontamente eliminati.
Soprattutto se anonimi o grammaticalmente sbagliati.
Quindi: o la prendi con ironia o la prendi nel culo.
A te la scelta.
Poi, de gustibus...

giovedì 28 agosto 2008

3 mesi

A volte fa paura quanto alcune canzoni ti rispecchino.

Se fossi qui con me questa sera
Sarei felice e tu lo sai.
Starebbe meglio anche la luna,
ora piu' piccola che mai.
Farei anche a meno della nostalgia
Che da lontano
Torna per portarmi via
Del nostro amore solo una scia
Che il tempo poi cancellerà
E nulla sopravviverà.

Non ti scordar mai di me,
di ogni mia abitudine,
in fondo siamo stati insieme
e non è un piccolo particolare.
Non ti scordar mai di me,
della più incantevole fiaba
che abbia mai scritto,
un lieto fine era previsto e assai gradito.

Forse è anche stata un pò colpa mia
Credere fosse per l'eternità.
A volte tutto un pò si consuma,
senza preavviso, se ne va.

Non ti scordar mai di me,
di ogni mia abitudine,
in fondo siamo stati insieme
e non è un piccolo particolare.
Non ti scordar mai di me,
della più incantevole fiaba
che abbia mai scritto,
un lieto fine era previsto e assai gradito.

Non ti scordar mai di me,
di ogni mia abitudine,
in fondo siamo stati insieme
e non è un piccolo particolare.
Non ti scordar mai di me,
della più incantevole fiaba
che abbia mai scritto,
un lieto fine era previsto e assai gradito.
Giusy Ferreri - Non ti scordar mai di me

domenica 10 agosto 2008

Ricominciamo

Tanto so che nessuno leggerà queste parole.
Ma se qualche amico per sbaglio dovesse capitare qui e non vedermi per un po', deve sapere che me ne sono andata di casa.
Mi sto ancora organizzando, domani dormo da un amico e poi si vedrà. Magari parlerò con mio padre per andare a vivere nella casa in campagna che ha. Non so, vedremo.
Dopo l'ennesima discussione con mia madre, i fatti recentemente accaduti, il lavoro che non si trova, ho deciso di andarmene.
E stavolta per non tornare.
A costo di andare a morire sotto un ponte, ma qui non ci resto.
Quindi fatemi un grosso in bocca al lupo, pregate per me, fate qualche makumba o non so.
Mi mancherà questo blog. Anche se nessuno lo legge (e forse è meglio così), è la mia casa.
Grazie a questo blog ho vissuto l'esperienza più bella della mia vita ed è per questo che non lo cancellerò.
Ora...non so.

P.S.
Per alcuni sarò rintracciabile al cellulare, per altri: addio.

giovedì 7 agosto 2008

Pagine

Ho fatto una chiacchierata col mio medico (che poi sarebbe mio cugino di secondo grado).
Perché ci ho parlato?
Perché non mangio e non dormo...e mia madre se n'è accorta.
Quindi lei ha chiamato lui e lui ha chiamato me.
Mi ha chiesto che cosa sia successo di tanto grave.
Io gli ho risposto che semplicemente non ho appetito. E soprattutto che non mi fa male non mangiare.
Lui ha risposto che sì, fa male a chiunque non mangiare.
Poi mi ha chiesto "e per quanto riguarda il sonno?".
Lì ho saputo pararmi il culo, dicendo che ho gli operai sui balconi che martellano e segano e non riesco a dormire.
Mi ha risposto che potrebbe darmi dei farmaci "per aiutarmi".
Ho risposto: "no grazie".
Lui ha detto: "meglio così".
Mentre chiacchieravamo mi è tornato in mente lo sfogo che mi sta uscendo sul viso. Allora ho chiesto spiegazioni.
Lui ha risposto che, dato il livello di stress a cui sto sottoponendo il mio corpo, possa trattarsi di psoriasi.
E io ho risposto: "Oh no, ancora?!"
E lui ha esclamato: "Ancora?? Perché l'hai già avuta?"
E io ho risposto: "Sì, sulle gambe. Quando Rita (ormai Matteo) era agli arresti domiciliari."
Lui ha fatto una pausa di circa 5 secondi e poi mi ha detto: "Roberta...come stai?".
E io ho risposto con fare felice e sorriso finto (insegnamenti del call center): "BENISSIMO!"
Solo che la voce dev'essermi uscita un po' troppo stridula perché lui ha risposto "hm".
Dopodiché mi ha detto: "Senti...purtroppo per la psoriasi non c'è nulla che io possa fare. La mia era una supposizione, un'ipotesi. Ma a quanto pare si tratta proprio di quello, visto che ne hai già sofferto. E la guarigione dipende solo da te. Qualunque sia la causa del tuo malessere, devi provare a reagire, non resisterai a lungo, sai bene che il tuo corpo è debole. Io come medico non posso fare nulla, se non darti dei calmanti e dei sonniferi. Come persona che ti vuole bene, non posso fare altro che evitare che ti riduca a prendere calmanti e sonniferi. Quindi...sta a te. Se vuoi continuare ad essere la ragazza simpatica e solare che tutti amiamo, devi rialzarti."
Era la prima volta che lo sentivo parlare seriamente, tra l'altro rileggendo sembra una scena da film.
Ero un po' spiazzata, non sapevo che dire, guardavo il telefono confusa.
Poi, mi sono accorta che si aspettava che dicessi qualcosa...le uniche parole che mi sono uscite dalla bocca sono un sussurro confuso di "Ci ho provato...".
Lui giustamente ha risposto: "Come?".
E io ho risposto con voce ancor più stridula "Err...sìsì! BENISSIMO!".
Poi un sospiro suo. Il mio trattenere il fiato, facendo trasudare "non dire un'altra parola o potrei scoppiare" da tutti i pori.
Lui deve averlo capito e mi ha salutata, dicendo che se si fosse finita di formare la psoriasi sul viso, sarei potuta andare da lui per medicarmi.
Non lo facevo così intelligente.
Dopodiché mi ha salutata con un "mi raccomando" finale, tipico della famiglia di mio padre.
Quando ho sentito il *click* finale del suo telefono, mi sono accorta di avere le lacrime che scivolavano sulle guance e un forte tremore per tutto il corpo, come tanti brividi.
Ho pensato di uscire sul balcone e prendere un po' d'aria, ma gli operai mi hanno dato il buongiorno e, vedendomi con una faccia abbastanza sconvolta e le lacrime che scendevano, mi hanno chiesto: "signorina, tutto bene?".
Dopo un attimo di sangue al cervello ho urlato in faccia a quel poveretto testuali parole: "SMETTETELA DI CHIEDERMI TUTTI COME STO!!! STO BENE!!!!!!".
E lui si è spaventato, poverino, cosa poteva saperne.
Dopodiché con un leggero colpo di tosse, ho chiesto scusa, mi sono girata lentamente e sono tornata in camera mia a raccontarvi.
Sembra la pagina di un libro.
Come vorrei che fosse la pagina di un libro.

mercoledì 6 agosto 2008